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martedì 22 febbraio 2011

Quei tre mesi di latte materno che formano il gusto per la vita (tratto da www.repubblica.it)

Vi posto un altro interessante articolo come spunto di riflessione....





Secondo una ricerca dell'Università di Philadelphia, il periodo dai 2 ai 5 mesi è determinante per "costruire" il palato del neonato e l'abitudine ai sapori, anche quelli più "difficili". Così la mamma è in grado di orientare le scelte alimentari future del figlio    di SARA FICOCELLI


ROMA - I sapori assorbiti attraverso il latte materno formano i gusti del bambino, in particolar modo tra i 2 e i 5 mesi di vita. Lo afferma uno studio dell'Università di Philadelphia presentato al meeting dell'American Association for the Advancement of Science, in corso a Washington. I ricercatori hanno dimostrato la loro teoria dando sistematicamente ai neonati un latte artificiale arricchito dal sapore amarognolo e acido, che però i piccoli hanno continuato a cercare ed apprezzare anche nei mesi successivi e fino all'adolescenza. Bambini a cui questo latte era stato dato dopo i sei mesi di vita, invece, lo hanno rifiutato.

''Abbiamo dimostrato che il periodo tra i 2 e i 5 mesi di vita è fondamentale per formare il gusto - ha spiegato Gary Beauchamp, uno degli autori della ricerca - e crediamo che la madre sia in grado di orientare questo processo, ad esempio mangiando molta frutta e verdura durante la gravidanza e l'allattamento''.

Lo studio conferma l'importanza del latte materno, il cui valore non è sempre stato riconosciuto da tutti. "Quando mi sono laureato - ricorda il dietologo Ciro Vestita dell'università di Pisa, esperto di alimentazione infantile - alcuni autorevoli professori sostenevano che il latte artificiale fosse meglio di quello naturale. Una teoria sbagliata. Il latte materno conferisce un apporto nutritivo pazzesco: basti pensare al fatto che i bambini allattati al seno sviluppano asma e allergie solo in rarissimi casi, al contrario di quelli cresciuti con quello artificiale".

Vestita
è d'accordo con la possibilità che il sapore del latte della madre influenzi i gusti del bambino: "Durante la gravidanza e subito dopo - spiega - la mamma assorbe attraverso il cibo sostanze che vengono percepite dal bambino e gli permettono di accettare o meno un certo alimento. Se, ad esempio, una donna incinta mangia molti calvolfiori, assorbirà delle molecole solforate che, trasmesse attraverso il latte, permetteranno al figlio di apprezzare un alimento non sempre amato durante l'infanzia". La composizione nutritiva del latte materno però è tanto preziosa quanto delicata e alterabile. "Se una madre beve alcolici o fuma - conclude l'esperto - il figlio assorbirà sostanze tossiche. Bisogna insomma stare molto attenti".

La possibilità di produrre latte scarsamente nutritivo dipende anche da fattori indipendenti dalla volontà dei genitori. Proprio in questi giorni i ricercatori dell'Università di Granada e dell'Ospedale San Cecilio, in Spagna, hanno scoperto che il parto prematuro impoverisce il latte materno, in questi casi carente dell'enzima Q10. Lo studio, pubblicato su Free Radical Research, ha messo a confronto trenta donne che allattavano al seno (di cui quindici avevano partorito prematuramente) riscontrando che le madri con bambini nati "regolarmente" avevano un latte con livelli di Q10 più alti del 75% rispetto a quelle che avevano avuto figli prematuri; e lo stesso valeva per il tocoferolo e altri antiossidanti.



http://www.repubblica.it/salute/alimentazione/2011/02/22/news/il_latte_materno_abitua_alle_verdure-12734905/

mercoledì 26 gennaio 2011

Racconto di una mamma sull'allattamento esclusivo




Non avendo esperienza di allattamento esclusivo ho chiesto ad una mia amica di raccontare la sua esperienza, come mamma, come donna.
Spero, come sempre, che possa essere utile leggere, per riflettere, per comprendere qualcosa in più di questo intricato mondo delle tette di mamma!!!!


Premetto che scrivo solo quello che so da mamma, non sono unʼesperta, solo una
mamma che ha letto tanto, e praticato ancora di piuʼ, prima con Caterina, che ora ha
quasi due anni e mezzo, ed ora con Penelope, che ha due mesi di vita.
Sono assolutamente convinta di quel che dice la Maestra Hogg, ovvero che il nostro
seno eʼ quel che basta per il nostro bimbo, almeno per i primi cinque mesi, e che il latte
artificiale di rinforzo, quello che le nostre mamme davano a noi “percheʼ non avevano
latte”, eʼ solo il risultato di una campagna politica per vendere il latte artificiale, che
costa un botto. Non esiste nessuna donna che non abbia latte. Esistono peroʼ neonati
che sono pigri e che non hanno voglia di ciucciare, e neonati che non si attaccano nel
modo corretto al seno e quindi il seno non produce come dovrebbe. Che poi oggi sia
comodo e a volte necessario - se una mamma torna al lavoro - usare il latte artificiale,
su questo non cʼeʼ dubbio, ma ricordiamoci tutte che, come il latte della tetta, non ce nʼeʼ
altri, anche se la scienza oggi ha fatto numerosi progressi.
Devo dire che, prima che arrivasse Caterina, ero piuttosto “intollerante” con chi
decideva di non allattare, mi pareva impossibile che una mamma non volesse godere di
quei momenti cosiʼ intimi. Adesso che allatto per la seconda volta, posso dire che
allattare eʼ una gran rottura di p...e, e quindi capisco molto meglio chi decide di non
farlo. Anche se penso che si perda qualcosa di bello ;-)
Credo che il modo migliore per raccontare che cosʼeʼ e come funziona lʼallattamento sia
quello di raccontare le mie due esperienze, la seconda ancora in corso.
Dunque, Caterina, appena uscita dalla pancia, non ciucciava per nulla. I miei capezzoli
sono praticamente piatti, quindi non riusciva ad attaccarsi e, di conseguenza, non
arrivava neʼ latte neʼ colostro. Dopo 24 ore di ospedale mi hanno fornito di
paracapezzolo e di siringa munita di un tubicino microscopico. Al paracapezzolo
Caterina si attaccava, quindi riempivo la siringa di latte artificiale e le infilavo il tubicino
in bocca (eʼ cosiʼ sottile che nemmeno si accorgono) e, mentre lei credeva di ciucciare il
mio latte con il paracapezzolo, le davo il latte artificiale. Questo per cinque giorni, fincheʼ
eʼ arrivato il mio latte. Questo percheʼ, come eʼ scritto ovunque, il seno si adegua alle
esigenze del bambino e quindi piuʼ ciuccia piuʼ latte arriva, quando ciuccia meno il seno
sa che deve produrre meno latte, magico vero?
Caterina ci metteva una vita a mangiare, stava attaccata 40 minuti di orologio. Non
capivo quando ne aveva abbastanza e quindi tenevo dʼocchio lʼorologio, anche se eʼ
poco romantico. Vi dico solo che, durante le eterne poppate, mi sono letta Anna
Karenina, non so se mi spiego. Ho provato piuʼ volte ad eliminare il paracapezzolo, ma
lei, ostinata, non si attaccava, quindi lʼho allattata per otto mesi con quellʼaggeggio che
odiavo, anche percheʼ avevo il terrore di dimenticarlo quando uscivo e prevedevo di
allattare in giro.
Non ho mai provato il biberon con lei. Saraʼ capitato anche a voi, di avere unʼintuizione,
di provare quel che chiamano “istinto materno”. Sapevo dentro di me, senza motivo
apparente e senza spiegazioni scientifiche, che se la furbetta avesse capito quanto
facile sarebbe stato il biberon, non avrebbe piuʼ voluto il mio latte. E cosiʼ, nonostante
tutti mi dessero contro e mi dicessero, quando facevo le corse tra una poppata e lʼaltra
per farmi un poʼ di fatti miei (sempre pochissimo, visto che vivo in California ed i nonni
sono stato vicini per un mese e mezzo in tutto) “prepara il biberon con il latte, giusto in
caso”, mi sono sempre rifiutata di darle il biberon. Quando ha compiuto otto mesi, mia
mamma mi ha stremato e mi ha convinto a darle della camomilla, visto che qui fa
comunque molto caldo, e io la tetta lʼho sempre data solo per mangiare. Mi son detta
“ok, proviamo con la camomilla, e se anche non vuole piuʼ la tetta, va bene lo stesso,
forse sono stanca pure io”. E cosiʼ, dopo averle dato il biberon - lo prendeva in mano da
sola sin dal giorno uno e sembrava che avesse bevuto dal biberon da sempre - con la
tanto agognata camomilla per dissetarla, dopo neanche una settimana, la signorina si eʼ
rifiutata di ciucciare la tetta. Ed alla fine, nonostante il dispiacere, e la spesa assurda di
latte artificiale, ho smesso di allattare, ed ho ripreso possesso delle mie tette. Yes!
Con Penelope, invece, eʼ tutta unʼaltra faccenda. La signorina, appena uscita dalla
pancia, si eʼ attaccata come una ventosa alle mie tette, nonostante il precedentemente
rifiutato capezzolo piatto. E ciucciava, ciucciava e ancora ciucciava. Eʼ stata attaccata
due ore, fincheʼ io non ne potevo piuʼ ed ho detto allʼinfermiera di darmi subito lanolina
da mettere sui capezzoli, giaʼ distrutti. Molto saggiamente lʼinfermiera eʼ arrivata anche
con il paracapezzolo, ma, quando ho provato ad attaccare Penelope, mi ha guardato e
mi ha detto “tira subito fuori la tetta che sta cosa di plastica mi fa schifo”. E cosiʼ, con i
capezzoli sanguinanti, un kilo di lanolina dopo ogni poppata, questi miracolosi pads
(che non so se estistono in Italia, sono fatti di gel, si mettono nel frigo e danno sollievo
dopo la ciucciata), da due mesi la allatto. Dopo due giorni dalla nascita eʼ arrivato il
latte, e te credo, a forza di ciucciare! Penelope sta attaccata dieci minuti al massimo,
quindi niente Anna Karenina questa volta. Non so quanto la allatteroʼ: con Caterina
avrei voluto portarla fino ai 12 mesi per passare direttamente al latte vaccino, ma non
so che ne saraʼ di me, e di noi, tra qualche mese, vedremo...se devo essere sincera, mi
mancano un poʼ le mie tette, nel senso che sono ancora doloranti, dopo due mesi,
anche se non piango piuʼ quando Penelope si attacca, peroʼ faccio fatica ad indossare
lʼasciugamano dopo la doccia percheʼ i capezzoli sono ancora iper sensibili. Non se ne
parla nemmeno che mio marito mi tocchi le tette, of course, giusto che lo sappiate ;-)
Tre risposte veloci:
COSA MANGIO: tutto, davvero tutto. E fatelo anche voi, i bambini si abituano ai sapori
diversi, non eʼ vero che non mangiano se mangiate peperoni, carciofi, aglio, cipolla.
Almeno provate, vedrete che con la fame mangiano tutto. Lasciate perdere le nonne ;-)
Nemmeno il pediatra mi ha mai detto di evitare alcuni cibi. Io mangio anche piccante,
dal messicano allʼindiano - qui negli States ci si abitua a tutto.
UNA TETTA O DUE TETTE: io seguo pedissequamente cioʼ che dice la Maestra Hogg,
una tetta per poppata, cosiʼ la svuota tutta e non cʼeʼ rischio di mastite, oltre al fatto che
il latte grasso arriva solo a fine poppata, quindi se lo spostate prima, gli manca un
pezzo di nutrimento. A volte Penelope vedo che non eʼ ancora soddisfatta, e allora la
attacco dallʼaltra parte, ma succede molto raramente.
QUANDO: di nuovo, io seguo il metodo EASY, quindi le mie bimbe hanno sempre
mangiato ogni due ore e mezza/tre, e di notte quando vogliono loro (cioeʼ quando si
svegliano, ma se piangono dopo unʼora dalla poppata notturna, non le riattacco alla
tetta). Verso sera, quando inizia la fase critica di agitazione dovuta allʼaccumulo degli
stimoli della giornata, allora doʼ da mangiare anche prima, puoʼ anche essere dopo due
ore. Poi bagno e nanna, ogni santa sera, bagno e nanna e poi le risveglio per la
“poppata della buona notte”, prima di mettermi a letto. Devo dire che, dopo un mesetto,
se starete attente, tutte riconoscerete il pianto della fame di vostro figlio: eʼ ritmico, fa
un-due-tre, un-due-tre (uaaaa, uaaaa, uaaaa), se provate con il ciuccio di solito si
arrabbia ancora di piuʼ, non smette, se non per prendere fiato, nemmeno se cambiate
posizione, peroʼ se lo mettete in posizione tetta, allora si calma per un attimo, percheʼ
sa cosa viene dopo (se invece ha male, con cavolo che si calma in posizione tetta).
Comunque, quando siete sicure che abbia fame, fatelo piangere due minuti due, e
osservate e ascoltate ;-)
Per concludere: io sono arci convinta che con il latte artificiale i bimbi dormano piuʼ a
lungo di notte, percheʼ ne bevono di piuʼ, percheʼ eʼ piuʼ nutriente, percheʼ non lo so, ma
questʼidea eʼ stata confermata da tutte le mamme che conosco, e sono parecchie.
Quindi, se volete provare, percheʼ no. Io continuo ad alzarmi ad allattare, eʼ faticoso,
anzi faticosissimo, soprattutto per una come come che soffre il sonno DA MORIRE, ma
mi va di farlo. E questo eʼ il bello di essere mamma, che ognuno fa quel che gli pare,
quel che si sente dentro, senza dover dare spiegazioni o doversi giustificare, percheʼ
siamo noi a decidere per i nostri figli (possibilmente con un buon papaʼ/marito che ben
ci consiglia), e loro si abituano a quel che noi vogliamo, questo eʼ sicuro (cosiʼ si
abituano a dormire nel loro letto o nel lettone, a ciucciare il ciuccio invece che la tetta
quando non eʼ ora di mangiare, ecc. ecc.).

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