sabato 6 agosto 2011

Ammazza se te cambia la vita



Così direbbero a Roma. E così, prima o dopo, tutti i neo genitori se lo dicono o lo pensano senza dirlo.
La verità è che un figlio la vita te la cambia, è ovvio. Molti amici che stanno per diventare genitori ce lo chiedono. Non perchè siamo esperti genitori di dieci figli, ma semplicemente perchè ne abbiamo due, per scelta, per amore, avuti a 30 anni, in una società dove spesso si aspettano, PER SCELTA, i 40 prima di vivere l'esperienza più bella della vita. Perchè si aspetta??
Qualcuno aspetta perchè non trova la persona giusta (Condivido in pieno. Decisamente fondamentale avere accanto la persona giusta!)
Qualcuno aspetta perchè ci prova per anni e poi arriva... ( purtroppo esistono ancora troppe malattie, anche non gravi, che però ti costringono a rimandare..)
Qualcuno aspetta per la carriera.
Qualcuno aspetta "perchè prima mi diverto, poi faccio un figlio".
Qualcuno aspetta perchè non si sente "l'istinto" che poi, alla soglia dei 40, arriva..inesorabile..detto anche "Orologio Biologico"
So che scrivendo questo post alcuni potrebbero offendersi. So che così facendo mi schiero, decisamente, con una parte di alcune e alcuni di noi. Ma, come sempre, scrivo ciò che penso.
Non credo che sia giusto mettere la carriera davanti ad un figlio. Io ho scelto, Non dico sia la scelta migliore, certo. Ma ho scelto di essere mamma, di aiutare i miei figli a crescere, a diventare uomini e donne di questa società, di insegnare loro i valori d'affetto, d'amore, di Fede. La mia carriera? Mentre altri scalano la vetta io faccio la mamma, la mia vetta aspetterà, e quando i miei figli avranno meno bisogno di me, la mia carriera lavorativa sarà tra le mie priorità. Sarà tardi? Chissà...ma la mia scelta è questa. Non hanno chiesto loro di venire al mondo. L'abbiamo scelto noi. E ora ho la forza e la volontà di seguirli al meglio. Ovviamente se avessi aspettato dieci anni avrei potuto offrire loro di più economicamente, ma ai bimbi non interessano i soldi. Io non sono cresciuta in una famiglia povera, ma neanche ricca. Ho sempre sentito parlare i miei genitori di bollette, di fine mese, di affitto, di mutuo...Mi sono sentita dire di no per tante cose, per le Timberland ( e magari avevo le Rimberland...), per la felpa Best Company, per lo Scooter, per gli occhiali nuovi, per un paio di Levis 501 in più. Ma sono cresciuta lo stesso! Sapendo che esistono delle cose che potevo avere, altre no. E ho imparato ad andare a lavorare dopo le superiori, durante l'università, per pagarmi le mie cose, i miei "sfizi", le lenti a contatto (perchè gli occhiali proprio non li volevo più!). Io al mio Nano dico No, no perchè costa, no perchè questo mese abbiamo avuto la macchina da sistemare, no perchè abbiamo comprato l'armadio alla sorellina (all'Ikea..)... SO che non sono "problemi economici", so che c'è chi sta peggio, molto peggio di noi. Ma io guardo in casa mia. E in casa mia è così. Quando saranno grandi desidero fargli avere una vita serena, tranquilla, e i soldi ci vogliono. Per questo lavoriamo. Che banalità! Ma desidero anche farli viaggiare con noi, portarli in giro per far vedere loro altri luoghi, altre culture. Non desidero divertirmi senza di loro per poi "cioncarmi" in casa con loro.
Nella mia bibbia da mamma, "Il linguaggio segreto dei neonati" di Tracy Hogg, c'è scritta una delle cose più importanti, secondo me, da ricordare sempre : un figlio, fin da neonato, è una persona, e come tale va RISPETTATA. Il rispetto è una cosa fondamentale! Ogni tanto mi capita di veder sti bambini, dai 2-3-4 anni, trascinati in giro alla sera tardi da genitori che vogliono divertirsi. "EH sai io non rinuncio a divertirmi per loro...". Mi verrebbe da dirgli: ma loro ti hanno chiesto di venire al mondo?? Secondo te è adatto a loro uscire per l'aperitivo alle 20, mangiare noccioline e patatine e poi cenare alle 21 passate per poi farsi due salti in discoteca (giuro!) fin le 4 del mattino??? MA poi è ovvio che quei bambini siano nervosi, stanchi, piangenti, capricciosi. Vuol dire rispetto della loro infanzia fargli fare certe cose??? Se proprio non vuoi rinunciare a questi "fondamentali divertimenti senza i quali moriresti d'inedia" allora o non fai figli o chiami qualcuno che te li tenga. I bambini, secondo me, vanno rispettati. E non parlo di una sera, di uno strappo alla regola. Parlo di ogni venerdì-sabato! Forse, dirà la mia lettrice Gianna (che adoro!), vincerò il premio simpatia per questa frase, ma io a questi genitori eterni bambinoni, che non rinunciano all'aperitivo e che vogliono a tutti i costi farsi la serata ubriacandosi, dico: CRESCETE!!! Crescete perchè siete genitori, perchè i vostri bambini imparano da voi. Crescete ridiventando bambini insieme ai vostri figli, giocate con loro, rincorretevi in un parco, giocate a palla... e non morirete d'inedia.
Con i miei figli io mi diverto, gioisco per un loro sorriso, per una loro smorfia. Desidero anche io andare al cinema con mio marito una sera. Uscire con lui a cena. Ovvio! Ma se nessuno mi tiene i bimbi non cado in depressione!! Ho scelto io di averli, e li rispetto. I loro bisogni, le loro necessità vengono prima delle mie. E per me non vuol dire annullarsi. E' solo un cambio di prospettiva.

Ecco, questa è la cosa giusta da dire. Un figlio non cambia la vita. Cambia solo la prospettiva in cui vedere la vita.

6 commenti:

regina87 ha detto...

Tracy Hogg....un mito! Il suo è stato l'unico libro sulla maternità che ho letto in gravidanza!
Per quanto riguarda le nostre abitudini, il Nano ha orari molto simili ai nostri, ceniamo alle 20 e alle 22 si va a nanna, quindi, se capita di andare a cena alle 20,30/21, lui non si stranisce e sta alzato senza problemi fino alle 23.
Personalmente non critico le scelte di nessuno, ognuno si fa i suoi calcoli e, oggi come oggi, credo che aspettare di avere un lavoro sicuro prima di fare un figlio, sia una scelta molto sensata. Però, a mio parere, mettere al mondo un bambino a 45, o addirittura 50 anni, la trovo una scelta di puro egoismo! Sai benissimo che non avrai le energie per seguirlo quando lui avrà più bisogno di te! A 60 anni giocherai a calcio con lui? A 65 ti sveglierai alle 3 di notte per andarlo a riprendere in discoteca? Come hai detto tu, l'orologio biologico prima o poi ti dice che ti devi muovere e suona tanto come "o adesso o mai più"!

MammaModelloBase ha detto...

Hai centrato il mio pensiero! Ovvio che un lavoro sicuro ce l'ho, ma non ho SCELTO di far carriera e poi avere un figlio, xchè altrimenti sarei arrivata a farlo a 40 anni di sicuro!! Sono sicura che tante non la pensano come noi, ma altrettante saranno d'accordo. Che poi è il bello del mondo...siamo diversi!

Valeria ha detto...

Bhè... a proposito di carriera e lavori sicuri.... personalmente ho scelto di fare la mia prima figlia senza "certezze" professionali; lavoravo da 7 anni per un ente privato e "speravo" che la mia maternità non cambiasse radicalmente le cose. E invece al settimo mese di gravidanza mi hanno gentilmente (e nemmeno troppo) salutata l'ultimo giorno del mio ultimo contratto senza proferire parola in merito al seguito del nostro rapporto lavorativo...
Mio marito lavora saltuariamente, a nero (ssstttt !!!) e senza alcuna tutela nè garanzia.
Ci sono i mesi (quelli estivi in particolare) in cui le uscite sono pi del doppio delle entrate.
Ci sono i mesi in cui entra un inaspettato assegno di maternità INPS, un rimborso IRPEF, matura un buono fruttifero, lui lavora di più, becca qualche concerto più serio... e andiamo avanti, con fiducia e soprattutto senza MAI rimpiangere le nostre scelte.
Forse non potremo pagare l'università a Sofia... ma chissà se lei vorrà andarci. E poi, nel mondo di oggi, mi pare così inutile l'università (e parlo da laureata, dottorata e specializzata !!!), che non antepongo questo alla scelta di mettere al mondo un figlio.
Il benessere di nostra figlia dipende prima di tutto da noi, da quanto saremo capaci di crescerla con positività, con equilibrio, rispettandola e assecondando le sue inclinazioni.
Dipende da quanto saremo capaci di continuare ad amarci, sostenerci, coccolarci a vicenda anche nei giorni più difficili e da quanto avremo il coraggio di continuare a credere che le nostre scelte siano state le migliori per noi.
Sul piano pratico le "rinunce" si fanno (io prima non mi perdevo un concerto di mio marito, ora a stento vado a qualche aperitivo, se gli orari sono compatibili con quelli di Sofia...), ma MAI mi sono pentita o irritata per questo genere di cambiamenti.

E' una questione di responsabilità, scelte, etica.... si, è una questione di tutte queste cose. Ma soprattutto è una mia scelta, che mi rende felice e rende felice la nostra famiglia!

MammaModelloBase ha detto...

Cara VALERIA è proprio una questione di scelte. E con responsabilità, come me, come noi, anteponete gli interessi di Sofia ai vostri. Sai che anche noi ci chiediamo se serva l'università??!! E, come te, da laureati e titolati (avvocato...!!) quasi quasi ci auguriamo che la cultura se la facciano da soli e che entrino presto nel mondo del lavoro, xchè a noi, studiare, non è servito molto! E a volte bisogna davvero ammettere che i soldi non fanno tutta la felicitá, e nelle tue parole leggo soddisfazione per le vostre scelte e per la vostra Sofia. E questa una cosa bellissima!

Serena ha detto...

Ciao, è la prima volta che leggo il tuo blog ed il tuo ultimo post mi ha colpita molto. Io sono mamma solo da 3 mesi e 2 giorni, ma so da sempre che è quello che l'istinto mi dice di fare. Figurati che dico sempre: se fossimo nel dopoguerra in cui la mamma sta a casa coi figli e li cresce e il papà lavora portando a casa lo stipendio mi andrebbe beissimo! Invece siamo nel 2011, servono necessariamente 2 stipendi per sopravvivere e mi tocca affidare il piccolo alla nonna, all'inizio dell'anno prossimo, mi piange il cuore già ora...! Magari potessi vivere da casalinga/mamma... Vabbè dai, consoliamoci con il fatto che, tanto, quando ritrorno a casa Sergio sarà lì ad aspettarmi (felice di vedermi spero).
Ho aperto un blog anche io, http://lamammaserena.blogspot.com/ se ti va vienimi a trovare.

Un saluto, Serena.

Serena ha detto...

Ciao, è la prima volta che leggo il tuo blog ed il tuo ultimo post mi ha colpita molto. Io sono mamma solo da 3 mesi e 2 giorni, ma so da sempre che è quello che l'istinto mi dice di fare. Figurati che dico sempre: se fossimo nel dopoguerra in cui la mamma sta a casa coi figli e li cresce e il papà lavora portando a casa lo stipendio mi andrebbe beissimo! Invece siamo nel 2011, servono necessariamente 2 stipendi per sopravvivere e mi tocca affidare il piccolo alla nonna, all'inizio dell'anno prossimo, mi piange il cuore già ora...! Magari potessi vivere da casalinga/mamma... Vabbè dai, consoliamoci con il fatto che, tanto, quando ritrorno a casa Sergio sarà lì ad aspettarmi (felice di vedermi spero).
Ho aperto un blog anche io, http://lamammaserena.blogspot.com/ se ti va vienimi a trovare.

Un saluto, Serena.

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